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LA TRACCIA SEGUENTE - reading a cura di PHILOPAT

SABATO - ORE 16:30 

Dialoghi di resistenza sonora

 

A ogni disco un’evocazione: felicità, noia, sesso, risse, lavoro e funerali. Chi non ha vissuto questo attaccamento si è perso metà della vita.

 

Gestirsi nel caos, guardare ciò che è stato e raccontare il presente per immaginare il futuro. Ripartire dagli angusti negozi che hanno cresciuto appassionati e musicisti per arrivare all’etereo globalizzato, quello del download e dello streaming. Un viaggio fra i vari operatori dell’ambiente musicale, voci che narrano il passaggio dal vinile al cd, dall’mp3 a Spotify e il ritorno al vinile come un circolo vizioso e autodistruttivo, o che affrontano l’idea del nuovo con entusiasmo, senza afflizioni. Luca Pakarov con la solita

attitudine iconoclasta ha intervistato i più importanti negozianti delle grandi città e delle realtà di provincia, si è confrontato con produttori come Giuliano Saglia che ha contribuito all’epopea della discomusic italiana o Enrico Molteni che, con la Tempesta, sta producendo le band indie più importanti del momento. Inoltre Emiliano Colasanti, Alberto Campo e Stefano Isidoro Bianchi hanno raccontato com’è cambiata la critica nel tempo dei social. Fra i musicisti Giorgio Canali, Marco Messina dei 99 Posse e il rapper Hell Raton della Machete Crew, tre punti di vista contrapposti da chi la musica la scrive e dal palco vede il mutamento del pubblico.

E poi i collezionisti con le loro manie, per terminare con chi lavora nel digitale, nel settore dell’industria come il distributore Made In etaly, o da singola band, come Bologna Violenta.
Le illustrazioni di copertina e quelle interne sono di Brutta Botta mentre l’introduzione è stata scritta con cuore e fegato da Pierpaolo Capovilla de Il Teatro degli Orrori. Postfazione di Silvia Boschero, conduttrice e scrittrice della trasmissione King Kong di Rai Radio 1.

Luca Pakarov, esponente del gonzo journalism all’italiana, firma storica di “Rolling Stone”, ora collabora con “il manifesto” e altri magazine nazionali, raccontando eventi strepitosi e disastri quotidiani. È stato schiavizzato da Woody Allen nel film Vicky Cristina Barcelona.

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