top of page

JONATHAN NOSSITER - Insurrezione Culturale

VENERDÌ - ORE 15:30 

C’è un gesto culturale che vive nelle campagne. È un movimento della terra che smuove le vigne, rianima le piante, propone un nuovo gusto del terroir, fa tintinnare il vetro delle bottiglie sugli scaffali delle enoteche, fa tremare gli esperti enologhi e dell’agroindustria. È il gesto culturale dei contadini e dei vignaioli naturali, che ha aperto uno squarcio attraverso il quale è passata una rivoluzione della vita, delle conoscenze, del gusto e soprattutto dei rapporti tra umani e natura.

All’esperienza di questi agri-cultori dovrebbe guardare il mondo della cultura, del cinema, dell’arte, dell’editoria se vuole cercare un terreno fertile sul quale rilanciare la propria vita, sterilizzata nei prodotti, nei consumi, nei mercati e nei gusti liberali. A loro dovrebbero guardare autori, cineasti, artisti, scrittori e gli abitanti delle metropoli contemporanee, come a un’avanguardia gioiosa capace di ridarci speranza per lottare, reagire, immaginare di nuovo il senso della libertà intellettuale, etica, sociale… e anche gustativa!

UN ASSAGGIO

Non vi è oggi alcun attore culturale che non si ponga la domanda della propria sopravvivenza in un mondo che li sta espellendo a una velocità e con un’efficacia fin qui inedite nella storia della civiltà. Eppure questo libro non si rivolge unicamente agli attori culturali e agli artigiani coinvolti in questo processo, bensì a coloro che credono che la cultura sia essenziale alla loro sopravvivenza. La situazione è grave e richiede misure d’urgenza. È possibile che in queste pagine si trovi una via di uscita, di sopravvivenza e forse anche grazie ai contadini che sono gli autori imprevisti di questa svolta, di una nuova fioritura culturale.
Questo libro ci porta a riflettere sul gesto ribelle di alcuni contadini contemporanei, artigiani della terra che hanno portato a termine una piccola rivoluzione pacifica e commovente. Un esempio di insurrezione culturale proveniente dalle campagne, che potrebbe risultare utile ai maggiori esiliati di oggi: gli abitanti delle città. Crediamo che il movimento del vino naturale, per come si è andato evolvendo nel mondo intero negli ultimi dieci anni, come una contro-globalizzazione riuscita, suggerisca soluzioni concrete, in una situazione disperante, sia a coloro che fanno cultura sia a coloro che ancora hanno voglia di goderne come un gesto di vita e non come un atto di consumo».

bottom of page