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MARCO ROVELLI - La guerriera dagli occhi verdi

DOMENICA - ORE 11:30 

Nel settembre 2014 il volto di Avesta Harun, comandante curda caduta in battaglia contro l’Isis, fa il giro del mondo. Nel suo nuovo libro Marco Rovelli racconta la storia dietro quel volto, intrecciando vicende individuali e collettive, l’epopea del popolo curdo, la resistenza e la lotta esemplari di tante giovani donne. 

Avesta ha ventidue anni quando sale in montagna seguendo le orme di Harun, l’adorato fratello ucciso del quale assumerà il nome. Lascia Mezri, lascia Turgut Reis, i villaggi curdi dove con la famiglia è cresciuta e ha imparato a conoscere le cose, ad amarle. Imbraccia il fucile per dare il suo contributo alla lotta per un Kurdistan libero e la sua forza è così grande, l’energia che mette in tutto così viva, che presto le chiedono di entrare nel gruppo speciale; altrettanto presto diventa comandante della sua squadra.

Come lei tante ragazze scelgono quella vita sui monti del Qandil, tra le foreste, nella neve: non si può lasciare che il governo turco strozzi le voci in gola, spenga i fuochi di festa, neghi la vita così come non si può soccombere ai missili e alle bombe delle milizie islamiche.

Contro il Daesh Avesta combatterà una battaglia esemplare. Sarà, con la squadra che ovunque la segue, baluardo di resistenza e testimonianza di chi propone una vita comunitaria radicalmente democratica. Nel suo grido di battaglia le voci di un popolo intero.

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Marco Rovelli (Massa 1969), scrittore, poeta, musicista, docente di storia e filosofia, è un intellettuale poliedrico. In campo letterario frequenta temi e generi diversi: teatro, poesia, saggistica, narrazione biografica, sociale, geostorica. Ha scritto per Feltrinelli, Laterza, BUR, Transeuropa e collabora con Il Manifesto, L’Unità e Nazione Indiana. 

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"La mia vita è una goccia nel mare. La tua vita è una goccia nel mare. La storia del popolo curdo è il mare. Il suo dolore un oceano. Ma resistiamo, e andiamo avanti, siamo saldi come le rocce del Qandil. Resistiamo anche grazie ai nostri martiri, che hanno seminato, ed è per loro se oggi sbocciano dei fiori. Come qui, a Mexmur, in questo deserto che a volte sembra pieno d’acqua, per la bellezza di essere insieme. E ci sei anche tu, qui con noi. La libertà non è lontana, la avremo, questa speranza non la perderemo mai. Vivremo insieme nella stessa terra, in libertà. Finché respireremo lotteremo per questo. Ti voglio bene, fratello."

 

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