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DOMENICO MUNGO - Avevamo ragione noi

DOMENICA 24 - ORE 16:30 

Un romanzo a episodi per guardare in faccia il G8: 

il trauma collettivo e i sogni infranti di una generazione che dopo quelle giornate non è stata più la stessa, con le emozioni e il terrore di chi in quei giorni c’era e non potrà mai più dimenticare.

 

Spesso è stato detto che la memoria è un ingranaggio collettivo. Perché questo non sia un vuoto slogan, questo ingranaggio va oliato. Eris edizioni, nel quindicennale di Genova 2001 ha sentito l’urgenza di raccontare quelle giornate attraverso l’opera di Domenico Mungo. Un testo complesso, frammentato, con un ritmo sincopato, capace di creare atmosfere sospese, rarefatte, irreali, con la carica energetica di un pezzo hardcore anni ’90, ma contemporaneamente poetico e simbolico, per affrontare un evento oramai

storico e storicizzato a volte inenarrabile attraverso un percorso logico. Domenico Mungo passa dalla dimensione reale, immortalata dai fotogrammi dei media ufficiali e alternativi dell’epoca, a un sentire più onirico, fatto di similitudini e assonanze che restituisce un diverso potere alle parole, ricollocandole nella giusta famiglia semantica da cui l’uso comune e la ripetizione vuota le ha strappate.

La narrazione procede a ritroso, dall’incubo della Diaz o di Bolzaneto, per arrivare al prologo, la giornata di giovedì con la prima colorata e festosa manifestazione dei migranti, quando sembrava che la campagna mediatica precedente a quei giorni non avesse sortito nessun effetto. Sono tanti i volti che incontriamo, provengono da storie vere rimescolate tra loro e scandagliate dall’occhio attento di un autore che sin da quell’estate 2001 si è dedicato a raccontare e immortalare quei fatti. Un ragazzo riprende gli scontri con una telecamera e

non si rende conto di quanto è vicino sino a quando la prima manganellata lo colpisce. Un altro ragazzo urla rabbioso sotto un cielo pregno di lacrimogeni, lanciando pietre contro il fumo di un blindato in fiamme. Un’infermiera assiste impotente alla mattanza nelle celle di Bolzaneto. Il blocco nero sfila coi suoi vessilli spaccando bancomat accompagnato dal suono marziale dei tamburi. Le urla che si confondono con l’eco dei manganelli che battono contro gli scudi, un morto ammazzato e la furia cieca di chi non lo potrà mai accettare.

Paolo Castaldi ha illustrato magistralmente questo libro, 6 illustrazioni incredibili, iconiche, un bianco e nero cupo ma morbido, che restituisce al lettore la consistenza dell’incubo allucinato che i protagonisti di quelle pagine stanno rivivendo attraverso il racconto di

Mungo, flash agghiaccianti che sembrano provenire dalla memoria di chi non riesce a guardare a quei giorni se non con la paura di chi quelle immagini le ha vissute sulla propria pelle.

Avevamo ragione noi è il racconto empatico che restituisce a chi c’era la dimensione umana di quei momenti, adrenalinici e convulsi, lontana dalla cronologia asettica che in questi anni si è creata a partire dalla cronaca giudiziaria e dalle verità processuali. Come realtà editoriale ne sentivamo il bisogno, mettere un punto per ricordarsi quello che si è vissuto, anche per chi non c’era, per chi ha assistito esterefatto alle immagini di Genova in differita, dai telegiornali di quei giorni o nei documentari sul G8 anni dopo. Avevamo ragione noi è un modo per ricordare a tutti, anche quelli che anagraficamente oggi hanno l’età di chi era ragazzo all’epoca ed è cresciuto e diventato adulto lontano da quelle immagini di teste spaccate e rivoli di sangue che impregnano l’asfalto del lungomare, quello che Amnesty International ha definito «La più grande sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale». 

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